La vera rivoluzione della fotografia non è nel poter generare immagini fedeli al reale, ma nel farci scoprire che le piante non sono oggetti. Filmare una pianta apre la nostra mente all’esistenza di movimenti vegetali e di risposte alle sollecitazioni del mondo che viaggiano a una velocità per noi impercettibile.

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Al tempo stesso, poter fotografare le risposte fisiologiche dei vegetali agli stimoli esterni ci fa scoprire quanto questi organismi siano legati ad altri e all’ambiente in cui vivono: avviando simbiosi e scambi con microrganismi nelle radici, difendendosi attivamente dagli insetti sulle foglie, rispondendo in modo flessibile alle sollecitazioni del clima.

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A fianco della rivoluzione scientifica ne viaggia un’altra non meno rilevante: a differenza dei codici miniati, queste figure sono per tutti e la loro potenza è nell’essere sia frutto di un esperimento che sua narrazione.