Le immagini dominano le nostre scelte quotidiane: dai vecchi album fotografici agli smartphone pieni di scatti digitali poi condivisi ovunque, il racconto delle nostre relazioni è fatto di impronte visive. Seguirne le tracce ci aiuta a rivivere emozioni, a fare ordine nei nostri rapporti col mondo, a raccontare l'evoluzione di valori, mode e convinzioni. È stato ed è così anche tra noi e le piante.
Il racconto figurativo delle piante nasce prima dell’avvento della stampa e si consolida tra il Rinascimento e l’Ottocento, quando lo studio comparato dei viventi raggiunge il suo apice. Se inizialmente il disegno dipendeva da una botanica lontana da quella rigorosa introdotta da Linneo, esso ha progressivamente accompagnato sia la scoperta di particolari morfologici distintivi sia la loro diffusione nella cultura, dapprima di élite e poi di massa. Parallelamente, la nostra attenzione per le piante ha virato da una dimensione pratica a una prospettiva di scoperta del mondo e di condivisione, in cui l’elemento scientifico e quello estetico si sono fusi.
Questo percorso ha una sua parabola precisa, tracciata dalle immagini. Le finalità sono inizialmente, pratiche e didattiche: le illustrazioni non servono a scoprire il mondo vegetale, ma a formare la classe medica sulle piante curative. L’attenzione per la biodiversità emergerà più tardi e il disegno solo gradualmente prenderà in considerazione i particolari morfologici che distinguono le specie, ovvero le raffigurazioni iniziali hanno spesso carattere solo decorativo, risultando inservibili per il riconoscimento certo delle specie ma utili per memorizzare e studiare.
La mostra si occupa di questi argomenti con numerosi volumi creati tra il Quattrocento e il Novecento, provenienti dalla Biblioteca Palatina di Parma, dagli Orti Botanici di Parma, Padova, Pavia, Firenze e Bologna.